Dopo due tentativi finiti male, denominanti operazione G.A.1 e G.A.2, conclusi con la perdita dei due sommergibili impiegati nelle stesse, l’Iride affondato e il Gondar autoaffondato e di numerosi palombari e sommergibilisti morti o catturati, il 3 dicembre la X Flottiglia MAS, dava il via alla terza missione contro la munitissima base navale inglese di Alessandria d’Egitto, considerata anche alla luce dei precedenti tentativi, impenetrabile.
Il battello designato a condurre la difficilissima missione era lo Scirè, ai comandi del tenente di vascello Junio Valerio Borghese, reduci entrambi dalla precedente missione a Gibilterra, denominata B.G.4 del 19 settembre 1941, concluse con l’affondamento di quattro mercantili. Raggiunto nella base di Lero nel Dodecaneseo, dai palombari dei mezzi d’assalto giunti dalla segretissima base di Marina di Vecchiano, alla foce del fiume Serchio, lo Scirè partito da La Spezia, il 14 lasciò la base nell’Egeo dirigendo verso il suo obiettivo dove giunse la sera del 18, con un giorno di ritardo rispetto al piano iniziale.
Messi in acqua i tre siluri a lenta corsa (SLC), lo Scirè prese la strada del ritorno, mentre i tre mezzi d’assalto della Regia Marina diressero verso i rispettivi obiettivi che erano nello specifico la corazzata Valiant di 27.500 tonnellate per il primo siluro comandato da Luigi Durand de la Penne con Emilio Bianchi, la nave cisterna Sagona da 7.750 tonnellate per il secondo equipaggio composto da Vincenzo Martellotta e Mario Marino, infine la corazzata Queen Elizabeth da 33.550 tonnellate per il terzo equipaggio composto da Antonio Marceglia e Spartaco Schergat.
La missione si concluse con un pieno successo, con le due corazzate inglesi affondate, cosi come la nave cisterna Sagona che esplodendo provocò seri danni anche al cacciatorpediniere Jervis, per un totale di oltre 60 mila tonnellate di naviglio affondate e quasi diecimila danneggiate in quello che il Primo Ministro britannico Winston Churchill definì come Uno straordinario esempio di coraggio e genialità. I sei eroi italiani vennero tutti catturati e per loro la guerra contro l’Impero Britannico, finì in quella gloriosa e indimenticabile notte, salvo poi riprendere per 5 di loro, dopo l’8 settembre 1943 contro la Germania.
Le loro gesta ebbero un epilogo significativo a Taranto, nel marzo del 1945, quando i sei marinai furono tutti decorati con la medaglia d’oro al valor militare dal commodoro inglese Charles Morgan, ex comandante della Valiant. Ricordiamo prima di scrivere le schede personali che le due unità grazie ai bassi fondali della base vennero recuperate e inviate alla riparazione. La Queen Elizabeth dopo le riparazioni nei cantieri navali statunitensi di Norfolk, nel gennaio 1944 venne inviata nell’oceano Pacifico partecipando a raid contro le basi del Sol Levante in Indonesia. Tornata in patria nel luglio 1945, venne venduta per lo smantellamento nel marzo 1948. La Valiant dopo le riparazioni in Sudafrica, tornò nel Mediterraneo per appoggiare gli sbarchi in Sicilia e a Salerno nel 1943 e nel gennaio successivo raggiunse la Queen Elizabeth in Estremo Oriente dove operò contro le basi in Indonesia. L’8 agosto 1944, a Ceylon rimase gravemente danneggiata e affondò, le riparazioni furono ritenute inutili e l’unità tornata in Gran Bretagna venne radiata nel luglio 1945.
Nome e Cognone | Luigi Durand de La Penne |
Luogo e data di nascita | Genova, 11 febbraio 1914 |
Luogo e data di morte | Genova, 17 gennaio 1992 |
Grado | Tenente di vascello |
Corpo o specialità | Palombari |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Ufficiale coraggioso e tenace, temprato nello spirito e nel fisico da un duro e pericoloso addestramento, dopo aver mostrato, in due generosi tentativi, alto senso del dovere e di iniziativa, forzava, al comando di una spedizione di mezzi d’assalto subacquei, una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con una azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superando difficoltà ed ostacoli di ogni genere fino all’esaurimento di tutte le sue forze, disponeva la carica sotto una nave da battaglia nemica a bordo della quale veniva poi tratto esausto. Conscio di dover condividere l’immancabile sorte di coloro che lo tenevano prigioniero, si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente e serenamente attendeva la fine, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Rimasto miracolosamente illeso, vedeva, dalla nave ferita a morte, compiersi il destino delle altre unità attaccate dai suoi compagni. Col diritto alla riconoscenza della Patria conquistava il rispetto e la cavalleresca ammirazione degli avversari; ma non pago di ciò, una volta restituito alla Marina dopo l’armistizio, offriva nuovamente se stesso per la preparazione e l’esecuzione di altre operazioni, sublime esempio di spirito di sacrificio, di strenuo coraggio e di illuminato amor di Patria.» — Alessandria, 18 – 19 dicembre 1941 |
Altre decorazioni e riconoscimenti | Medaglia d’argento al valor militare – Gibilterra, 1940 Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Santi Maurizio e Lazzaro Croce al merito di guerra Croce al merito di guerra Trasferimento in Servizio Permanente Effettivo nel grado di sottotenente di vascello (1940) Promozione al grado di capitano di corvetta (1941). |
Nome e Cognome | Emilio Bianchi |
Luogo e data di nascita | Sondalo (Sondrio) 22 ottobre 1912 |
Luogo e data di morte | Viareggio (Lucca), 15 agosto 2015 |
Grado | 2° capo palombaro |
Corpo o specialità | Palombari |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario.» — Alessandria d’Egitto, 18-19 dicembre 1941. |
Altre decorazioni e riconoscimenti | Il 18 dicembre 2004, nell’anniversario dell’attacco di Alessandria d’Egitto, presenziò al varo del nuovo sottomarino Scirè. In occasione del suo centesimo compleanno, nel 2012, venne omaggiato dal presidente della Repubblica con una medaglia commemorativa. La Marina Militare, il 25 gennaio 2020, ha varato una fregata Fremm a lui intitolata |
Nome e Cognome | Antonio Marceglia |
Luogo e data di nascita | Pirano (Istria), 28 luglio 1915 |
Luogo e data di morte | Venezia, 13 luglio 1992 |
Grado | Tenente colonnello |
Corpo o specialità | Genio navale |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Ufficiale di altissimo valore, dopo aver dedicato tutte le sue forze ad un pericoloso e logorante periodo di addestramento, prendeva parte ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superando difficoltà ed ostacoli di ogni genere, disponeva la carica sotto una nave da battaglia avversaria e, dopo aver distrutto l’apparecchio, prendeva terra sul suolo nemico dove veniva fatto prigioniero, non prima, però, di aver visto il pieno successo della sua azione. Luminoso esempio di cosciente eroismo e di alto spirito di sacrificio, si palesava degno in tutto delle gloriose tradizioni della Marina Italiana. Non pago di ciò, una volta restituito alla Marina dopo l’armistizio, offriva nuovamente se stesso per la preparazione e l’esecuzione di altre operazioni.» — Alessandria, 18-19 dicembre 1941 |
Altre decorazioni e riconoscimenti | La sua morte è stata ricordata dai quotidiani nazionali, anche il Times di Londra gli ha dedicato un lungo articolo, onorando il valore dell’antico nemico È intitolata al suo nome la piscina comunale in via Sandro Gallo 245, al Lido di Venezia. |
Nome e Cognome | Spartaco Schergat |
Luogo e data di nascita | Capodistria, 12 luglio 1920 |
Luogo e data di morte | Trieste, 24 marzo 1996 |
Grado | Secondo capo |
Corpo o specialità | Palombari |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con una azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica armonizzavano splendidamente, col freddo coraggio e con la abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto all’ufficiale, offesa a morte con ferma bravura la nave attaccata, seguiva in prigionia la sorte del suo capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indicazione: superbo esempio di ardimento nell’azione e di eccezionali qualità morali.» — Alessandria, 18-19 dicembre 1941 |
Altre decorazioni e riconoscimenti | Medaglia di bronzo — Gibilterra 1941Croce di guerra al valor militare – Gibilterra, settembre 1941 Croce di guerra al valor militare – Mediterraneo occidentale, settembre-novembre 1941 Promozione al grado di sergente (1941) |
Nome e Cognome | Vincenzo Martellotta |
Luogo e data di nascita | Taranto, 1º gennaio 1913 |
Luogo e data di morte | Castelfranco Emilia (Reggio Emilia), 27 agosto 1973 |
Grado | Tenente |
Corpo o Specialità | Corpo delle armi navali |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Ufficiale di altissimo valore, dopo aver dedicato tutte le sue forze ad un pericoloso e logorante periodo di addestramento, prendeva parte ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini.Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, disponeva la carica sotto una nave avversaria e, dopo aver distrutto l’apparecchio, prendeva terra sul suolo nemico dove veniva fatto prigioniero, non prima, però, di aver visto il pieno successo della sua azione. Luminoso esempio di cosciente eroismo e di alto spirito di sacrificio, si palesava degno in tutto delle gloriose tradizioni della Marina Italiana. Non pago di ciò, una volta restituito alla Marina dopo l’armistizio, offriva nuovamente se stesso per la preparazione e l’esecuzione di altre operazioni.» — Alessandria, 18 – 19 dicembre 1941 |
Altre decorazioni e riconoscimenti | Medaglia d’argento al valor militare «Assegnato alla flottiglia di mezzi speciali d’assalto dava ogni energia spirituale e materiale alla preparazione delle armi e degli uomini, che alla prova dimostravano la loro piena efficienza. Imbarcato su una unità d’appoggio ai mezzi d’attacco, prendeva parte ad una rischiosa e riuscita impresa contro una munitissima piazzaforte nemica che subiva gravi danni dall’azione organizzata con perizia, preparata con fiducia nel successo ed attuata con incomparabile audacia» — Acque di Malta, 26 luglio 1941 Medaglia d’argento al valor civile – n Porto di Bari, 30 maggio 1947 A Taranto una scuola è dedicata alla sua memoria, l’Istituto Comprensivo Martellotta La Marina Militare Italiana ha intitolato alla sua memoria una nave ausiliaria |
Nome e Cognome | Mario Marino |
Luogo e data di nascita | Salerno, 27 marzo 1914 |
Luogo e data di morte | Salerno, 11 maggio 1982 |
Grado | Capitano di corvetta |
Corpo o Specialità | Palombari |
Motivazione della Medaglia d’Oro | «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo Ufficiale, dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini.Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’Ufficiale; offesa a morte con ferma bravura, la nave attaccata, seguiva in prigionia la sorte del suo Capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indicazione. Superbo esempio di ardimento nell’azione e di eccezionali qualità morali.» — Alessandria, 18-19 dicembre 1941 |
Altre decorazioni e riconoscimenti | Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Canale di Sicilia, 1941 Promozione al grado di Capo Palombaro di 3ª Classe (1941) |
Categorie:2^ G.M. La X MAS, 2^ G.M. Regia Marina