«Sorpreso dall’armistizio dell’8 settembre 1943 in territorio albanese, si univa ai partigiani nella lotta contro i tedeschi. Catturato e condotto in campo di concentramento tedesco, ne evadeva unendosi ai partigiani russi e slovacchi per continuare la impari lotta. Nuovamente catturato, conscio della prossima fine, mantenne, durante il processo e la lettura della condanna a morte, fierissimo contegno rincuorando i compagni di prigionia, inneggiando al Re e all’Italia. Al momento dell’esecuzione assestava forte pugno al capitano tedesco che gli si era avvicinato per bendarlo e, scoprendosi il petto, gridava: ” Sparate pure, non temo la morte “. Fulgido esempio di alte virtù militari e di fierezza nazionale.»
— Branovo (Slovacchia) 08 dicembre 1944.
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“Sparate pure, non temo la morte” Il sacrificio del carabiniere Filippo Bonavitacola