Queste furono le parole dell’Ammiraglio Karl Doniz comandante in capo dei sommergibilisti tedeschi, che pure ammirava l’ufficiale italiano in riferimento alla missione appena portata a termine da Salvatore Todaro e dal suo sommergibile Eugenio Cappellini nell’Atlantico:
“Neppure il buon samaritano della parabola evangelica avrebbe fatto una cosa del genere”, “Signori, – dice rivolgendosi ai colleghi italiani – io vi prego di voler ricordare ai vostri ufficiali che questa è una guerra e non una crociata missionaria. Il Signor Todaro è un bravo comandante, ma non può fare il Don Chisciotte del mare”.

Todaro rispose alle critiche mosse, con una frase lapidaria, riportata da molte fonti e mai smentita, rimasta celebre, da allora in poi, nella storia della nostra Marina:
“Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle”.
Per l’azione ricevette comunque la medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione:
«Comandante di un sommergibile oceanico, nel corso di una lunga missione di guerra, durante la quale attaccava e distruggeva un piroscafo armato nemico che reagiva col fuoco all’azione del sommergibile, dimostrava di possedere in elevato grado doti di iniziativa,di aggressività, di prontezza e di decisione»
— Oceano Atlantico ottobre 1940
Vediamo nel dettaglio quale fu la vicenda che irrittò l’ammiraglio Donitz ma che consegnò Todaro alla ribala mondiale:
“Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle”
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