«Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposti, al comando del maggiore D’Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1.000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5:50, dopo aver superato non lievi difficoltà atmosferiche, raggiungevano alle ore 9:20 la città di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti. […] Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt.»
Questo fu il comunicato del Comando Supremo italiano che informava la nazione dell’avvenuta missione aerea del “poeta soldato” Gabriele D’Annunzio, che dopo aver percorso in sette ore e dieci minuti mille chilometri, e oltre ottocento su territorio austriaco a sfida di ogni avversità balistica ed aerea, faceva vittorioso rientro nelle nostre basi.
Vediamo di cosa si trattò con precisione
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