Siamo nell’estate del 1943, nei tragici giorni dell’invasione della Sicilia da parte di due armate, una britannica e una statunitense. Un valoroso ventiduenne ufficiale fiorentino dona la sua giovane vita alla Patria, sacrificandosi nella difesa della città di Palermo, attaccata dalle truppe del generale Patton. Questa è la storia dell’ultima giornata di vita del Sottotenente Sergio Barbadoro in forza al I gruppo da 100/17 del 25° Rgt. art. “Assietta”.
Sergio Barbadoro, l’ultimo difensore di Palermo
Alla sua memoria, il 4 novembre 1946 è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Comandato a sbarrare, con un pezzo, un passo di montagna all’avanzata di una colonna corazzata nemica, animava i suoi uomini trasfondendo in loro la sua fede. Durante l’impari combattimento durato nove ore e reso più aspro dalla mancanza di ostacoli anticarro, senza collegamenti e senza speranza di aiuto infliggeva gravi perdite all’avversario, aggiungendo nuova gloria alle gesta degli artiglieri italiani. Caduti o feriti i serventi continuava da solo a far fuoco sino a quando colpito a morte cadeva sul pezzo assolvendo eroicamente il compito affidatogli. Luminoso esempio di dedizione al dovere.
Portella della Paglia (Palermo) 22 luglio 1943″.
Il suo corpo riposa ora a Roma al cimitero del Verano e circa 63 hanno dopo nel luogo esatto dove Barbadoro trovò la morte è stato eretto un monumento a ricordo del suo sacrificio, affiancato nel 2009 da una lapide marmorea.